L’Iscum e l’Acquedotto Storico di Genova
Quasi dieci anni fa (dicembre 2011) Iscum ha consegnato al Comune di Genova i risultati della CATALOGAZIONE DEI MANUFATTI DELL’ACQUEDOTTO STORICO.
Tale attività è nata nell’ambito di un grande progetto di collaborazione tra istituzioni pubbliche e private, grandi e piccole, è stato attivato un TAVOLO DI COORDINAMENTO PER IL RECUPERO E LA VALORIZZAZIONE DELL’ACQUEDOTTO STORICO GENOVESE di cui l’Iscum è stato parte attiva.
Oltre ad aver elaborato numerosi progetti di valorizzazione (cito ad esempio Le vie dell’acqua – Megaparco urbano della val Bisagno di Tiziano Mannoni del 30 marzo 2008)
Si tratta di un lavoro svolto su più piani:
1 la raccolta dati
1a sul campo
1b da bibliografia
2 l’organizzazione delle informazioni in una banca dati appositamente costruita
3 la compilazione delle schede di catalogo (ICCD)
4 l’inserimento delle infomazioni sulla cartografia del comune
Naturalmente da una sistematizzazione così dettagliata della conoscenza del manufatto sono nate nuove curiosità e nuove occasioni di ricerca che proprio ultimamente stanno crescendo, anche grazie al nuovo interesse che è cresciuto ultimamente verso l’acquedotto storico.
Prima fra tutte la datazione delle singole parti di cui è composto questo manufatto che è stratificato nello spazio e nel tempo come ogni edificio.
Anche se il lavoro non è ancora finito qualcosa è già successo… ad esempio sono state richieste alcune mie conferenze sul tema, l’ultima nel corso del festival dell’acqua di recente svoltosi a Genova.
In queste occasioni ho avuto modo di raccontare che vi sono molti manufatti che compongono l’acquedotto e che non sono tutti ben chiariti nel loro ruolo e tempo di utilizzo.
Oltre al condotto di muratura rivestito da intonaco che corre su muri continui, volti e ponti, vi sono infatti chiuse, scolmatori, filtri, sfiatatoi, accessi per l’ispezione, cippi, botole… tutti elementi essenziali per il buon funzionamento dell’opera ma non tutti così chiari nel funzionamento o nella forma.
Si può ipotizzare anche un’evoluzione di questi manufatti nel tempo, ad esempio in rapporto ai diversi momenti in cui il condotto è stato coperto per parti per evitare danni per frane fino alla chiusura totale avvenuta verso la fine dell’Ottocento per motivi igienici.
Costituisce poi un argomento che suscita molto interesse il modo in cui ci si organizzava per mantenere in efficienza una struttura lunga alcune decine di chilometri. Un complesso sistema di custodi e di sopralluoghi, a cui faceva da contraltare una serie di norme severe quanto disattese se dovevano essere spesso ribadite ed inasprite le sanzioni, lungo il corso dei secoli.
per approfondire: (l’ultimo articolo è scaricabile direttamente)
A. DECRI L’ISCUM e l’Acquedotto Storico di Genova, e TIZIANO MANNONI Le vie dell’acqua. Megaparco urbano della val Bisagno. Linee per un progetto, NAM 79 2010 – 2011, ISSN 0393-7402
A. DECRI, The Historical Aqueduct of Genoa: Materials, Techniques and History. A way to know, in Atti del 4th International Congress on Construction History, Paris 2012;
A. DECRI, C. PASTOR, L’acquedotto storico di Genova: quaranta chilometri di valori da scoprire e conservare, XXVIII° convegno internazionale Scienza e Beni Culturali (Bressanone, 10-13 luglio 2012);
A. DECRI, C. PASTOR, TOWARDS a PPC FOR AN HISTORICAL AQUEDUCT in Metodi e strumenti per la prevenzione e manutenzione. Proceedings of the International Conference Preventive and Planned Conservation, Monza, Mantova