Commenti ad una foto
“Rimembranze” (MV)
(dalla pagina FB di Archeologia tardoantica e altomedievale a Siena)
Qualche giorno fa abbiamo usato come immagine di copertina (presto cambierà) la splendida foto postata da Marco Milanese e condivisa con alcuni di noi concernente la scoperta di una domus romana a Genova nel 1975.
La foto è un documento eccezionale di storia dell’archeologia italiana.
E devo dire che sono altrettanto notevoli i commenti che si sono susseguiti da coloro i quali hanno vissuto gli anni pionieristici.
Pertanto, affinché non si perdano nei meandri della rete e vengano diffusi il più possibile (servono molto ai nostri studenti; vedete come si lavorava e con quali attrezzature… altro che scanner 3D e stazioni totali….), incollo qui a didascalia una loro selezione.
Ringrazio io per primo chi è intervenuto
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Genova, Piazza Matteotti. Agosto 1975 (Foto Marco Milanese)
La scoperta della domus romana nello sterro di una trincea Sip.
Tiziano Mannoni (a sin.), Onofrio Pizzolo (al centro), Danilo Cabona (a destra).
Marco Milanese
e per completare la didascalia, al centro i miei guanti, tolti per scattare la fotografia…
Enrico Giannichedda
Si noti la trowel che faceva allora la sua comparsa a Genova (ma Onofrio negli anni successivi continuava a preferire la “catalana” perché più efficace), il cercametalli che sperimentato quasi per gioco in altri scavi non ha mai dato risultati apprezzabili, le persone in piedi a bordo scavo. Altri tempi…
Marco Milanese
trowels rigorosamente di marca WHS, forgiate in un sol pezzo e portate a Genova da Hugo Blake, David Andrews, Reginald Pringle ed altri. Io ricevetti la mia prima personale (il valore simbolico era altissimo) nel Settembre del 1973.
Rosa Pagella
Riporto qui di seguito il pensiero di Danilo Cabona relativo alla foto: “Caro Marco, mi piacerebbe fare alcune osservazioni alla dotta disquisizione fatta da Enrico Giannichedda, da uno che era presente insieme a te allo “scavo di emergenza”in piazza Matteotti.Se ti ricordi le trowel noi le chiamavamo “inglesine” e l’unico del gruppo che si era opposto al suo uso perché preferiva un vecchio coltellaccio era Severino Fossati (la verità che non gli piaceva la perfida albione). Onofrio usò la “catalana” dal 1980 quando durante una delle tante campagne di scavo a Monte Zignago arrivò da Barcellona Anna Oliver con questa enorme cazzuola che subito chiamammo “catalana”.
Per quanto riguarda il cercametalli era uno strumento fai da te costruito da Tiziano Mannoni con materiale recuperato al mercatino militare USA di Livorno. Danilo Cabona”
Marco Milanese
Caro Danilo, in effetti le tue osservazioni sono molto puntuali, potrei aggiungere che a partire dallo scavo di San Giacomo di Pozzuolo (gennaio 1974), ricordo l’uso del coltello in sostituzione della trowel, da parte di Severino. Io stesso imparai da Seve a riconoscere le interfacce delle US con il coltello a serramanico, che lavorava come un rasoio e restituiva superfici ben leggibili e pronte per le fotografie, in particolare in presenza di sedimenti argillosi.
Giovanni Leonardi
Noi abbiamo cominciato nello stesso anno con le Opinel (21 e 22), era una specie di distintivo nostro, e lo è rimasto, un decennio dopo è arrivata anche la trowel affilata su idea di Claudio Balista… A chi interessavano le sezione erano strumenti necessari, ma non così frequenti allora!
Il “famoso” coltello di marina, andò perduto con lo scavo di Vezzola (fase età del ferro), uscito da un buco dello zaino durante la marcia di avvicinamento. Per questo, per punizione, buttai via pure lo zaino. Ora uso una cazzuolina italiana.