Le vie del carsismo

Presentazione della guida Le vie del carsismo… a passeggio nelle meraviglie del mondo ipogeo alle origini dei Liguri...

Il progetto de Le vie del carsismo… a passeggio nelle meraviglie del mondo ipogeo alle origini dei Liguri... nasce dall’esigenza di realizzare una cartografia ed una guida dei sentieri del territorio che comprende i comuni di Pignone e di Riccò del Golfo in Val di Vara (SP).

Dietro richiesta dell’amico Silvano ZACCONE, attivissima anima promotrice del territorio dei Liguri Apuani, è iniziato un ragionamento sul modo di portare gli escursionisti a respirare gli aspetti più profondi di quel territorio, percorrendo antichi percorsi.

Di fatto si tratta dell’invito ad attraversare la Zona Carsica dello spezzino: quella lunga striscia di territorio che da Cassana (in Comune di Borghetto Vara) raggiunge le Isole Palmaria, Tino e Tinetto (in Comune di Portovenere). Un territorio antico e nel quale le emergenze carsiche (grotte e forme ipogee ed epigee) e quelle geologiche (geotipi) si intrecciano intimamente a quelle geominerarie, archeologiche, storiche ed ambientali, nonché a profonde tradizioni, ad antiche leggende ed a diffuse emergenze della cultura materiale.

Si ritroveranno le tracce delle più antiche miniere di manganese liguri (e forse non solo…), delle cave di onice, del più antico abitato in pietra della Liguria (Corvara) e si potranno incontrare faune ipogee e biotipi estremamente caratteristici, come le tracce dell’ursus speleol’idromantes, oppure il rospo ululone ed ancora associazioni vegetali tipiche della faggeta.

Argomenti eterogenei e specifici ai quali hanno dato il loro contributo scientifico studiosi specialisti delle varie materie con brevi scritti originali ed inediti. Hanno, pertanto, contribuito Aurora CAGNANA (Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Genova e le province di Imperia, La Spezia e Savona) e Marcella MANCUSI (Polo Museale della Liguria), Riccardo NARDELLI (ISPRA), Alessandro BERSELLI (gruppo speleologico Spezzino), Piero ANDREANI, Luciano BONATI e Luca GALUPPINI (CAI della Spezia che ha curato anche il rilievo GPS dei sentieri), Flavio POGGI (Regione Liguria), etc.

Ciascuno ha raccontato una propria storia che viene da lontano precorrendo, nello stile, quelle di ArcheominoSapiens: storie sepolte, ma riscoperte con gli scavi archeologici o con viaggi ipogei, oppure aspettando le annuali rifioriture o seguendo flebili richiami e tracce sul terreno o, infine, ricordando le storie dei nonni e quelle lette nei “sassi” e nei muri.

È stata una conseguenza l’associare a questi contributi una serie di rappresentazioni grafiche e disegni anch’essi originali ed inediti, frutto di mani abili ma anche di permanenze sul territorio. Così a Riccardo NARDELLI sono state chieste alcune tavole di botanica e zoologia ed a Patrizia GIANNINI quelle delle emergenze geologiche ed architettoniche. In particolare, la ricostruzione di un prospetto dell’abitato antico di Corvara è emersa da diverse e successive visite sul territorio affinché potesse trarne l’essenza intima e storica per trasfonderla nella rappresentazione grafica.

Una visione ed una grafica un pò retró…, forse, ma coerente con la visione del progetto.

Alla guida sono state connesse due tavole dei percorsi raccontati. Sono le tavole dei sentieri tracciati e percorribili, che sono stati georiferiti con l’utilizzo di gps da Luca GALUPPINI (CAI) e, quindi, cartografati con precisione.

In quest’ottica, i percorsi escursionistici sono diventati il trait d’union di tutte le esperienze raccontate e, soprattutto, di quelle storie che vengono da lontano.

Durante le ultimissime fasi del lavoro è accaduta la tremenda alluvione del 25 ottobre 2011 e, per ovvi motivi, tutto è stato sospeso. Il lavoro svolto ha, però, assunto un altro e differente significato: è divenuto una fotografia di fatto precedente alle distruzioni dell’alluvione ed una testimonianza di aspetti culturali profondi ed in qualche caso perduti per sempre. E questo è tanto più vero se si considera che alcuni dei disegni di Patrizia GIANNINI sono stati forniti alla Soprintendenza quale testimonianza diretta (ed in qualche caso unica nel dettaglio) di quelle strutture (soprattutto i ponti di Casale e Pignone) distrutte o fortemente danneggiate dall’alluvione. Immagini a corollario di due obbiettivi: la ricerca dei conci rubati dalla piena e dispersi negli alvei e la determinazione di ricostruire quanto possibile.

Con questo spirito di ricordo e testimonianza storica il lavoro è andato in stampa nelle edizioni de Il Cigno

Oggi la guida e le cartografie associate sono disponibili gratuitamente in formato .pdf scaricabili da questo link.

redazione

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