La nostra storia

L’Istituto di Storia della Cultura Materiale è una associazione culturale costituita nel 1976 dopo le esperienze che alcuni ricercatori hanno sviluppato nell’ambito del Gruppo Ricerche Genovese dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri che, dal 1964, aveva avviato progetti di archeologia urbana pluristratificata, dopo aver messo a punto ricerche di archeologia di superficie e i primi scavi archeologici di insediamenti medievali, rurali ed artigianali, secondo il principio stratigrafico.
L’ISCUM nasce in un periodo caratterizzato da vivaci e continue discussioni teoriche e pratiche tra archeologi, storici, geografi, etnografi e naturalisti riguardanti i metodi di studio della cultura materiale e in un ambito già ricco di attività e di iniziative portate avanti dallo stesso Istituto Internazionale di Studi Liguri, sotto la guida di Nino Lamboglia che, a partire dal 1938, aveva iniziato ad applicare il principio stratigrafico sia negli scavi degli insediamenti preistorici, sia di quelli antichi e medievali. Nel 1957 era, inoltre, iniziato lo studio cronotipologico e tecnico delle ceramiche medievali, arrivato alla prima classificazione nel 1968 e quattro anni prima presso l’Università di Genova, Tiziano Mannoni aveva dato impulso alla costituzione la  “Sezione di Mineralogia applicata all’archeologia”, secondo la pratica anglosassone dell’archeometria.
In questo contesto, gli scopi per i quali è stato fondato l’ISCUM in parte erano quelli di dare un maggior risalto ai modi di risolvere i problemi pratici da parte delle varie società umane nel corso del tempo con gli strumenti empirico-sperimentali della ”cultura materiale” intesa nella logica dei “tentativi e correzioni degli errori” di Karl Popper, usata in pratica dall’Accademia della Scienza polacca e dalla linea di ricerca di Leroi-Gourhan, e che ha sviluppato un filone archeologico interattivo che va dalle risorse naturali alla produzione, allo scambio ed al consumo.
Uno scopo non meno importante dell’ISCUM era di carattere operativo: la necessità crescente di utilizzare al meglio nelle ricerche complesse i dati provenienti da discipline assai differenti, che spesso si ignoravano fra di loro, non poteva limitarsi a chiedere una collaborazione che andava pubblicata in appendice, di cui spesso nessuno aveva capito il vero significato, o l’assenza di significato. Si era visto d’altra parte che più aumentavano i punti di vista con cui si studiava il passato, più salivano la conoscenza ed il rispetto per ogni oggetto originale. Era necessario perciò che esistesse un’istituzione mirata alle ricerche pluridisciplinari e interdisciplinari a funzionamento paritetico; dove cioè venissero sempre liberamente discussi i metodi ed i risultati, onde migliorare ed ampliare i metodi stessi.
L’esigenza di riunire in una newsletter le discussioni, i dibattiti e le ricerche sull’Archeologia medievale, sviluppatasi quale disciplina autonoma solo negli anni Sessanta e Settanta, portava alla nascita del Notiziario di Archeologia Medievale (NAM) che esce per la prima volta, ciclostilato, nel settembre del 1971 e che ancora oggi è il bollettino di informazioni dell’ISCUM. La collaborazione fra l’ISCUM e le cattedre di Archeologia medievale, prima di Firenze e poi di Siena, portava, nel 1974,  alla fondazione della rivista “Archeologia Medievale” e, nel 1996, della rivista “Archeologia dell’Architettura”.
Negli anni successivi l’attività dell’ISCUM è proseguita con lo scopo di coordinare e favorire la ricerca e la didattica nel campo della Storia della Cultura Materiale, sulla base delle varie discipline e metodologie umanistiche e scientifiche che ad essa in vario modo afferiscono.
(Tiziano Mannoni)

redazione

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